martedì 19 aprile 2011

Aldo Moro, BR, La notte della Repubblica, martedì 9 maggio 1978

 
Agguato alla scorta di Aldo Moro in via Fani
Trentatre anni fa, il 18 aprile 1978, l'Italia seguiva con trepidazione le ricerche dell'onorevole Aldo Moro  nel lago "della Duchessa" in provincia di Rieti nel Lazio; passato alla storia come il falso comunicato n°7   attribuito poi a uomini vicini alla banda della "Magliana", fu una mirabile messinscena dei servizi segreti italiani con la complicità e la guida di Piecznik, uomo di fiducia americano della Nato in Italia per seguire la vicenda insieme a Cossiga, Ministro dell'Interno. Era per accelerare la risoluzione definitiva dalla morte di Aldo Moro, per salvare lo Stato si diceva: "sacrificare un uomo per la stabilità di uno Stato... economica,  sociale, e politica", infatti, mentre i brigatisti si trovavano in riunione esecutiva a Firenze per mettere a punto le strategie per il sequestro di Pirelli, per il quale era anche già pronta la "prigione del popolo", ed il "tribunale rivoluzionario proletario" come dicevano le Bigate Rosse (BR), al Tg nazionale delle 13:00 essi videro i Vigili del Fuoco, sommozzatori ecc... prodigarsi nelle riceeche di Moro nel lago ghiacciato. Dobbiamo non dimenticare che il comunicato doveva inoltre essere una prova per valutare la reazione dell'opinione pubblica italiana ed europea di fronte alla morte dello statista Moro; era un piano di cui era a conoscenza anche Cossiga, assicura Piecznik; lo stesso giorno, fu trovato a Roma in via Gradoli 96 il covo BR a causa di una perdita d'acqua voluta, come affermò il primo pompiere che entrò nell appartamento dopo che l'acqua era andata anche nell'abitazione del piano sottostante; si era lasciata la nappa della doccia rivolta verso le mattonelle del muro sconnesse e che si vedeva bene avrebbero potuto causare infiltrazioni, il tutto era bloccato con un manico di scopa messo di traverso sulla vasca. Moretti, sul luogo dell'accaduto, esclamò: "ma quella è casa mia!!!" e le BR decisero di sospendere il rapimento di Pirelli e di dare il giorno dopo l'ultimatum allo Stato per salvare Aldo Moro. C'era da ricordare anche che il nome di Gradoli, che era satato fatto nella fantomatica seduta spiritica del 2 aprile 1978 sull appennino emiliano, alla presenza anche di Romano Prodi, all'epoca solo professore di economia industriale e politica all'Università di Bologna e sospettato di contatti con la sinistra extraparlamentare, la signora Eleonora Chiavarelli, scomparsa nel luglio 2010 a 95 anni, e moglie di Moro; lottò con Cossiga e i vertici DC (Democrazia Cristiana) per far loro controllare lo stradario di Roma per vedere se c'era il nome "G...radoli" come via e non come paese in provnicia di Viterbo, dove in una giornata si riversarono centiania di forze dell ordine, le quali realizzarono perquisizioni a tappeto (naturalmente senza esito...eeeh!), che commistione Stato italiano-CIA-NATO-BR e c'è chi ci mette pure il KGB, non vedendo bene nemmeno a Mosca le idee di Aldo Moro e della politica di distensione e di europeizzazione del forte partito Comunista italiano messa in atto da Berlinguer a partire dal 1973, quando sulla rivista "Rinascente" il leader di Sassari, cugino di Cossiga, lanciò l'idea della necessità di convergenza tra le forze demorcratiche di ispirazione popolare cattolica per governare la pesante crisi sociale e politica italiana, dovuta al terrorismo di matrice "rossa" e "nera" ed alla crisi petrolifera del 1973 dopo la guerra dello Yom Kippur tra arabi ed israeliani (attacco a sopresa degli arabi ad Israele del 6 ottobre 1973, festa ebraica dello Yom Kippur) che portò all'embrago petrolifero verso l'occidente ed all innalzamentro dei prezzi dei barili per decisione dell OPEC. Da qui in Italia furono varate dal "IV Governo Rumor" delle misure anticrisi passate alla storia come "Austerity", che presero avvio domenica 2 dicembre 1973. La verità è che quel maledetto giovedì 16 marzo 1978 morirono 5 ragazzi della scorta nell'agguato di via Fani e Moro fu trucidato il 9 maggio 1978 in via Caetani nel bagagliaio di una Renault 4 rossa. Dopo, sempre in via Caetani, fu eseguita  una telefonata delle BR per avvertire un assistente universitario di Moro alla cattedra di istituzioni di diritto penale, Franco Tritto, dell'avvenuta uccisione del prssidente della DC.  LA NOTTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA... L'ITALIA NON FU PIU' LA STESSA...
Testata giornale "La Repubblica"

domenica 17 aprile 2011

Parlando di Autostrade italiane...

Rileggevo un articolo apparso su Repubblica del 5 novembre 1993 riguardo la sicurezza stradale sull'appennino. Sono passati quasi 20 anni, e allora si diceva che un'autostrada costruita per reggere un traffico di 20 000 veicoli al giorno, non poteva sopportarne 40 000; e oggi come siamo allora?!
D'altronde, si sa, l'A1 è del 1964 completa e il progetto addirittura del 1956-57; difficile allora prevedere un tale sviluppo di traffico privato, sebbene fosse incentivato dalla Fiat in pieno boom economico e già si vedevano i numeri della diffusione di mezzi motorizzati. Nel 1969 uguale; 10 mln di auto in italia, nel 1923 erano appena 83 000 circa. La verità è che 50 anni fa si fece la strada con i montanari, i quali in 35 perirono a costruire i viadotti e le gallerie, "Pian del Voglio", "Roncobilaccio", "Sasso Marconi"; l'ingegnere, Fedele Cova, non dormiva la notte per la paura che crollasse improvvisamente tutto. Il viadotto "Aglio", alto 80 metri, era il suo terrore. Negli anni tanti incidenti gravi, per noi fiorentini va ricordato quello del 26 aprile 1983 in cui persero la vita 11 bambini di una scuola media di Napoli in gita nella galleria del "Melarancio" presso il casello di Firenze-Signa. Il primo incidente stradale avvenne subito dopo inaugurato il tratto, l'8 dicembre 1960 e la domenica dell'inaugurazione, il 3 dicembre del '60 alla presenza del presidente del consiglio Amintore Fanfani, ci furono diversi tamponamenti e auto in panne... nel 2012 dice sarà pronto il raddoppio del tratto appenninnico, ci s'ha a credere?? I cantieri son lumache in Italia; agli inizi degli anni '70 avevamo una delle reti autostradali più sviluppate in Europa, ma da lì si fermò tutto, e noi fummo il primo paese ad avere l'autostrada, progettata dall ingegner Piero Puricelli e inaugurata da Vittorio Emanuele III il 21 settembnre 1924: la Milano-Laghi e la Firenze-mare del 1932 per esempio per l'interesse del federale Pavolini.
Quante cose da dire ci sarebbero... "ahgi italia, di dolore ostello, nave senza cocchiere" diceva il sommo poeta fiorentino Dante.

martedì 12 aprile 2011

Il Fascismo alle Scuole Elementari

Questo video inserito è la prima parte di lezione; per continuare la visione cliccate sull'intestazione del video e guardate le altre parti su YouTube. Grazie per l'attenzione.