domenica 17 aprile 2011

Parlando di Autostrade italiane...

Rileggevo un articolo apparso su Repubblica del 5 novembre 1993 riguardo la sicurezza stradale sull'appennino. Sono passati quasi 20 anni, e allora si diceva che un'autostrada costruita per reggere un traffico di 20 000 veicoli al giorno, non poteva sopportarne 40 000; e oggi come siamo allora?!
D'altronde, si sa, l'A1 è del 1964 completa e il progetto addirittura del 1956-57; difficile allora prevedere un tale sviluppo di traffico privato, sebbene fosse incentivato dalla Fiat in pieno boom economico e già si vedevano i numeri della diffusione di mezzi motorizzati. Nel 1969 uguale; 10 mln di auto in italia, nel 1923 erano appena 83 000 circa. La verità è che 50 anni fa si fece la strada con i montanari, i quali in 35 perirono a costruire i viadotti e le gallerie, "Pian del Voglio", "Roncobilaccio", "Sasso Marconi"; l'ingegnere, Fedele Cova, non dormiva la notte per la paura che crollasse improvvisamente tutto. Il viadotto "Aglio", alto 80 metri, era il suo terrore. Negli anni tanti incidenti gravi, per noi fiorentini va ricordato quello del 26 aprile 1983 in cui persero la vita 11 bambini di una scuola media di Napoli in gita nella galleria del "Melarancio" presso il casello di Firenze-Signa. Il primo incidente stradale avvenne subito dopo inaugurato il tratto, l'8 dicembre 1960 e la domenica dell'inaugurazione, il 3 dicembre del '60 alla presenza del presidente del consiglio Amintore Fanfani, ci furono diversi tamponamenti e auto in panne... nel 2012 dice sarà pronto il raddoppio del tratto appenninnico, ci s'ha a credere?? I cantieri son lumache in Italia; agli inizi degli anni '70 avevamo una delle reti autostradali più sviluppate in Europa, ma da lì si fermò tutto, e noi fummo il primo paese ad avere l'autostrada, progettata dall ingegner Piero Puricelli e inaugurata da Vittorio Emanuele III il 21 settembnre 1924: la Milano-Laghi e la Firenze-mare del 1932 per esempio per l'interesse del federale Pavolini.
Quante cose da dire ci sarebbero... "ahgi italia, di dolore ostello, nave senza cocchiere" diceva il sommo poeta fiorentino Dante.

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